Il motore a corrente continua
Il motore a corrente continua ,
chiamato così perché per funzionare deve essere alimentato
con tensione e corrente costante, è costituito, come gli
altri motori da due parti, il rotore e lo statore.
Questo tipo di motore può avere
due tipi di statore:
- Statore a magneti permanenti
- Statore alimentato
Entrambe le due tipologie di
statori hanno lo stesso scopo, quello di generare un campo
magnetico costante.
Con il primo tipo di statore il
valore del campo magnetico generato non è modificabile, in
quanto sono due magneti permanenti a generarlo. Invece la seconda
tipologia di statore è in grado di generare campi magnetici a
valori regolabili. I valori desiderati di campo magnetico possono
essere generati variando la tensione ai capi del circuito
statorico. Il circuito statorico necessita anch’esso di una
tensione e corrente costante ma solo perché deve generare come
detto un campo magnetico costante.
Il circuito statorico per poter
generare il campo magnetico desiderato è avvolto su blocchi di
materiale ferromagnetico. Quindi la forma dello statore nelle
due tipologie è uguale, l’unica differenza sta nel fatto
che il primo ha dei magneti invece il secondo ha nuclei
ferromagnetici su cui sono avvolte delle spire.
Grazie all'interazione tra campo magnetico statorico e corrente che circola nelle spire del rotore, su questo sono applicate due forze contrapposte quindi una coppia.
Visto che il campo magnetico statorico non varia la coppia di forse bloccherebbe il moto dopo mezzo giro. Per risolvere questo problema si utilizza un pezzo meccanico caratteristico solo del motore a corrente continua, il “collettore”.
Visto che il campo magnetico statorico non varia la coppia di forse bloccherebbe il moto dopo mezzo giro. Per risolvere questo problema si utilizza un pezzo meccanico caratteristico solo del motore a corrente continua, il “collettore”.
Il collettore è costituito da una serie di lamelle di rame poste vicine tra loro ed ognuna isolata elettricamente dalle altre, collegate in modo opportuno alle spire in modo tale da far invertire la coppia ogni mezzo giro.
Sopra il collettore vi strisciano due spazzole le quali forniscono l'alimentazione elettrica alle spire. Un sistema di“spazzole”(contatti striscianti) permette di variare continuamente la polarità della tensione applicata alle bobine, comportanto l’inversione continua del campo magnetico
I motori DC hanno numerosi pregi:
- Hanno un elevato rapporto potenza/peso
- Sono relativamente facili da regolare, sia come velocità che come coppia, soprattutto se non sono richieste prestazioni elevate
- Hanno un'elevata coppia di spunto che li rende ideali, per esempio, nella trazione elettrica
- Le spazzole sono oggetti particolarmente fragili ed inaffidabili nel lungo periodo
- La commutazione meccanica delle spazzole causa picchi di tensione elevata che mettono a dura prova l'elettronica ed aumentano le emissioni elettromagnetiche
- Le spazzole limitano la massima velocità a poche migliaia di giri al minuto
- Produzione di scintille durante la commutazione
Usura delle lamelle e delle spazzole
Scintillio delle spazzole con le lamelle
Un motore elettrico in corrente continua è in grado di generare una coppia di forze proporzionale alla tensione applicata V.
La velocità angolare ω di rotazione del motore è invece funzione della coppia generata dal motore e della coppia resistente applicata.
La coppia risultante sull’asse del motore determina la velocità angolare.Quindi la velocità angolare può essere variata variando la tensione applicata.
Per aumentare la coppia si usa collegare (meccanicamente) all’asse del
motore un riduttore di giri (gearbox).
I riduttori sono formati da ruote dentate che, in funzione del rapporto dei diametri, consentono:
- una riduzione di velocità angolare
- un incremento della coppia generata
nmotore numero di giri al minuto del motore non ridotto
nriduttore numero di giri al minuto del riduttore
cmotore coppia del motore
criduttore coppia del riduttore
rapporto di riduzione i = criduttore / cmotore
Dalle due relazioni si evince che se aumenta la coppia diminuisce il numero di giri al minuto
Controllo di un motore CC
Il controllo può avvenire tramite un driver per motori CC.
I driver, o circuiti elettronici di potenza, sono
necessari per pilotare un motore in corrente continua perché
spesso i motori assorbono correnti elevate e le tensioni di
alimentazione sono alte: occorre quindi progettare circuiti adeguati a
gestire queste potenze.
Con questi circuiti si può gestire la rotazione oraria o antioraria e la velocità di rotazione, usando un segnale PWM.
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